Cos’è il turismo esperienziale? Alcune definizioni

turismo esperienziale, viaggiatori al mercato che comprano frutta a stretto contatto con gli abitanti locali

Con l’espressione “turismo esperienziale” si definisce una forma di turismo in cui i viaggiatori provano in maniera più partecipativa alcune attività e attraverso esse scoprono un paese, una città o una regione.

L’esperienza attiva diviene quindi strumento privilegiato attraverso cui interfacciarsi con gli abitanti del posto o “locals”, con le tradizioni culinarie ed enogastronomiche, la storia, la cultura e l’ambiente.

Immersivo e trasformativo

Sono alcuni degli aggettivi che vengono attribuiti al turismo esperienziale, che esiste quindi in contrapposizione al turismo di massa, uniformato e indifferenziato nella maggioranza dei casi. E quindi, a minor valore aggiunto per una fetta di clienti sempre più informati ed esigenti.

Nel turismo di massa le persone viaggiano spesso in gruppi più numerosi, con mezzi come pullman e accompagnati da guide turistiche da un’attrazione all’altra. La loro parte attiva consiste in qualche domanda, o si apprestano a fotografare. Mangiano cibi familiari e hanno poche o nessuna interazione con gli abitanti dei luoghi visitati.

Altri invece acquistano pacchetti “all inclusive” in resort di paesi lontani, trascorrono il loro soggiorno senza mai uscire dai villaggi turistici e sapendo poco o nulla del territorio in cui si trovano. In sostanza vivendo la vacanza in una sorta di “bolla consumistica uniformata”.

Questo tipo di turismo non può essere considerato esperienziale, ma standard o “di massa” e sempre meno adatto alle preferenze di un pubblico più sofisticato. Ossia un pubblico in cerca di emozioni forti e memorie indelebili.

turismo esperienziale, coppia di viaggiatori distesi su un prato in autunno
turismo esperienziale, definizioni

Il turismo esperienziale si rivolge proprio a questa categoria di viaggiatori. Essi sono interessati alla scoperta, all’apprendimento, informati ed educati e in molti casi finanziariamente capaci e pronti a spendere in prodotti che devono essere all’altezza delle loro aspettative.

La curva di Kuznets, la piramide di Maslow, spiegano chiaramente l’evoluzione di questo trend, avvalorate da tutti i sondaggi che si trovano online in merito alle preferenze dei turisti. (Molto spesso sono statistiche emesse dai portali di prenotazione delle “activities”. Per saperne di più su queste analisi, leggi qui)

Diventa quindi necessario rivolgersi ad esperti nel formulare proposte attrattive su misura per muovere i primi passi in questo campo.

Il turismo esperienziale può essere descritto attraverso alcune semplici definizioni:

Autentico:

Il vero turismo esperienziale va oltre la superfice e fornisce ispirazione attraverso chicche uniche del territorio, anziché le consuete attrazioni turistiche e monumenti. Scrivere il copione di un film intervistando diverse donne imprenditrici (vedi l’esempio QUI) o sfornare dolci con la guida di un panettiere per poi venderli in una bancarella del mercato: l’autenticità è il miglior modo di imparare a conoscere una destinazione.

Emozionale:

Il viaggiatore interessato al turismo esperienziale vuole creare profonde e autentiche connessioni emotive con le persone, tradizioni e costumi del posto. Collaborando con i “locals” e scambiandosi idee, tocca con mano ciò che ha davanti ed entra a far parte della comunità locale in prima persona.

Immersivo: 

I viaggiatori esperienziali si immergono nella cultura locale per poter raggiungere una comprensione più profonda dei luoghi che stanno visitando.

Attivo:

I partecipanti sono ingaggiati in prima persona a fare, creare e toccare con mano gli elementi dell’esperienza, anziché osservarli distrattamente e passivamente. Ad esempio anche provando ad imparare qualche parola di una nuova lingua!

Trasformativo:

I viaggiatori che praticano turismo esperienziali sono immersi – attraverso un più profondo livello relazionale – nella località che visitano. Per questo motivo sviluppano una sorta di empatia e comprensione più profonda delle sue dinamiche. Possono interiorizzare a livello più personale le sfide e problemi, ad esempio riguardanti l’ambiente e la salute dell’ecosistema che continueranno a supportare anche dopo essere tornati a casa dal loro viaggio. Anche la comprensione di arte e cultura vengono notevolmente amplificate dal turismo esperienziale. In molti casi una semplice vacanza si può trasformare in un’esperienza che modifica la percezione e porta a cambiamenti positivi al di là della semplice dimensione commerciale

Locale:

Le ripercussioni sulla comunità locale dove il turismo esperienziale viene praticato possono essere molteplici e positive. Studenti ed artigiani locali sono lieti di guadagnare mettendosi a servizio delle iniziative turistiche per insegnare quello che sanno meglio di chiunque altro a persone interessate. Così facendo capitalizzano al tempo stesso la propria visibilità che deriva dalle partnership che le persone da me formate creano e promuovono.

Sostenibile:

La dimensione granulare delle offerte di turismo esperienziale fa circolare i fondi all’interno delle comunità andando ad aiutare le persone del luogo in modo diretto e sostenibile per l’ambiente e l’economia locale.

Il turismo esperienziale è “grassroot” per definizione e spesso va a creare collaborazioni e amicizie all’interno delle destinazioni, aggregate dall’obiettivo comune di offrire esperienze all’insegna dell’eccellenza e della cultura. Inoltre per poter interagire con gli abitanti del posto di solito si formano piccoli gruppi di 8-10 persone, dove si creano rapporti amicali e dove l’impatto sull’ambiente circostante è meno “corrosivo”.

 

Le ragioni da attribuirsi alla crescita del turismo esponenziale sono legate alla globalizzazione più o meno selvaggia degli ultimi decenni che ha iniziato già da tempo a mostrare i suoi punti deboli, soprattutto a causa dell’omologazione che porta.

Turisti e viaggiatori vogliono andare controcorrente nei loro consumi e godere di stili di vita più sostenibili e legati ad esperienze uniche e irripetibili, da poter raccontare una volta tornati a casa e ricordare per sempre.

Provare qualcosa di nuovo è la priorità che più della metà degli intervistati dichiarano nei sondaggi, quando si parla di pianificare un viaggio. Queste persone cercano connessioni emotive ed emozionali profonde e le trovano nel turismo esperienziale.

Creare e rendere accessibili esperienze curate in ogni minimo dettaglio è quindi un’attività dai molteplici risvolti positivi per il viaggiatore, la comunità e il promotore locale.

La mia esperienza a 360 gradi mi consente di creare prodotti di turismo esperienziale, formare le guide e promuovere le esperienze a colpo sicuro e senza intoppi. Per questo già diverse aziende ed enti si sono affidate me per cavalcare questo trend prima e meglio dei loro competitor, tra cui le decine di cantine incontrate tramite la formazione promossa con i corsi di Enoturismo da Coldiretti Vicenza e Treviso; alcune guide turistiche; alcune strutture ricettive come hotel e agriturismi; e infine alcune cantine del gruppo FIVI (Federazione italiana vignaioli indipendenti).

Cosa aspetti? Contattami per un preventivo e per ulteriori dettagli, sono a tua disposizione!

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